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L'odalisca

Olio su tela, cm 46,3x61,7

Tracce di firma in alto a sinistra «FNetti»

Santeramo in Colle, collezione privata

 

Il dipinto ha una documentazione abbastanza recente. È la studiosa Christine Farese Sperken a parlarne per la prima volta nel 1996, nel suo testo Francesco Netti, aprendo il pubblico alla sua recente comparsa nel mercato artistico.


È parte della produzione orientalista del pittore, iniziata a partire dal suo viaggio in Turchia nel 1884. Anche in quest’opera si può incontrare il corredo d’ambiente ricorrente in questa produzione, come il grande tappeto, le pareti tappezzate di splendidi paramenti decorati alla orientale. L’Odalisca avvolge le sue gambe in una preziosa stoffa disposta sul sofà, lasciando scoperto il resto del corpo, nudo, di marmorea bellezza.


Un’atmosfera palesemente erotica, che mostra un Netti, più condiscendente verso il gusto di una certa committenza borghese. Il corpo tornito e sensuale della donna, candido, spicca nell’interno orchestrato con i toni del blu e dell’oro che contribuiscono a questa nuova (e limitata in tale frangente della sua produzione) inclinazione al mercato di Netti, che mette da parte la sua proverbiale discrezione nei confronti del suo soggetto; la sua misura riscontrabile anche in un cromatismo ponderato. Qui si supera tutto ciò volutamente, in nome di una maggiore specificità e piacevolezza.


È importante segnalare, ai fini di una giusta valorizzazione di quest’opera dello stesso Netti, un errore in cui un semplice curioso potrebbe incorrere navigando su internet. L’Odalisca, infatti, è legata su alcuni siti web anche al pittore e fotografo Francesco Paolo Michetti, notizia dalla quale è necessario prendere le distanze. Michetti, non solo non si interessa a questo tipo di soggetti, ma all’Oriente in generale, come si può constatare dallo studio di una delle edizioni più complete e recenti del suo catalogo.


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Francesco Netti