Street Art

I giovanissimi artisti che hanno realizzato il murale utilizzando quell’opera, e che volevano in un primo momento realizzarne un’altra non molto rappresentativa dell’artista(anche se il progetto era apprezzabilissimo), probabilmente non si sono accorti di aver reso un grandissimo omaggio al nostro artista, al di là poi della qualità che non si vuole giudicare.

“La messe” è l’opera a cui Francesco Netti stava lavorando prima di morire. Ci stava lavorando con indicibile fatica per via della malattia polmonare di cui soffriva. Il nipote Giuseppe Protomastro ne parla con parole affettuose nel suo RICORDI:

“Nella mattina, appena alzato, scendeva per chiudersi nel nuovo studio…a lavorare la vasta tela appuntata con chiodi nell’angolo della seconda stanza, e collocata per due terzi sul muro e per un terzo su l’altro…

Un mietitore, o meglio quello che lega le manne per fare i covoni, e che perciò piglia nome di LEGANTE, è più innanzi, in piedi, col suo grembiule di pelle, col covone già fatto, e beve avidamente in un mastello per smorzare l’arsura, per cercare refrigerio…

È l’unica figura abbastanza bene delineata e quasi completa.

In quell’uomo che beve, si legge tutto l’animo, tutto lo sforzo del Netti, che sente mancarsi la vita, e cerca un ristoro qualsiasi. Prevedeva la imminente sua fine, e si sforzava anticipare le idee da tradurre su tela anche in iscritto: su uno dei bozzetti, e propriamente su quello dell’uomo che beve, era scritto, in alto, con pastello “molto azzurro”.

Ma tutti gli sforzi, tutta l’energia si spezzavano contro il suo affanno, che l’obbligava a portarsi immediatamente in campagna per respirare a pieni polmoni, e il lavoro non fu finito.”

Come non amare questo grande artista che ha reso onore all’arte e alla sua terra. 

In futuro, i giovani artisti che si approcciano ai suoi lavori devono studiarlo con rispetto e in maniera più profonda.

Share by:
Francesco Netti