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La carnevalata dei cocchieri , 1877

Olio su tela, cm 83x130

Firmato in basso a destra «FNetti»

Santeramo in Colle, collezione privata

 

È una documentazione abbastanza recente a parlare dell’opera. In un articolo del 30 maggio 1952 della «Gazzetta del Mezzogiorno», Domenico Maselli cita l’opera in questione datandola al 1877 e definendola un «documento inedito», esposta alla Retrospettiva di Francesco Netti, organizzata in occasione della II Mostra Nazionale di pittura del “Maggio di Bari” e suggerendo così, apparentemente un vuoto documentario relativo alla sua storia, almeno fino a quel momento. L’opera è stata poi esposta a Roma nel 1953, alla mostra L’arte nella vita del Mezzogiorno d’Italia. Mostra di arti figurative e di arti applicate dell’Italia Meridionale, riportata nel catalogo al n. 4, sala 17 e di proprietà di A. La Rocca di Roma.


Da questo momento in poi La Carnevalata dei cocchieri fa perdere le sue tracce. Nel 2023 viene ripresentata, proveniente da Parigi, in occasione della mostra inaugurale della neonata Pinacoteca “Francesco Netti”, a Santeramo in Colle, ad opera dell’Associazione Culturale APS Francesco Netti.


Già dal titolo si comprende bene la tematica del dipinto, il Carnevale, le cui suggestioni sono molto care a Netti e declinate nella sua produzione attraverso modi e uno stile sempre diverso. Sono le tinte aspre, ma armonicamente accostate, le vere protagoniste della scena, legate da una pennellata a tratti scomposta e non particolarmente definita, rendendo l’atmosfera particolarmente misteriosa: elementi stilistici tipici dei dipinti degli anni Settanta, caratterizzati da una certa libertà e sfrontatezza, forse segno di una maggiore consapevolezza artistica maturata da Netti.


Da un punto di vista compositivo risulta simile a Dopo la festa (1864), con cui condivide la tematica delle maschere e sembra che anche qui ricorra la figura femminile vestita di nero, accasciata sul Pierrot/Pulcinella nel primo caso. L’interruzione della festa potrebbe poi, essere comune denominatore di entrambe le opere: un malore o il sonno in preda al quale sembrano caduti i personaggi del gruppetto centrale, – culminante con la figurina in azzurro leggermente scorciata, vertice di una pila umana – attira l’attenzione dei più curiosi, che tuttavia continuano a brindare come dimostra l’uomo dal cilindro, che alza festoso il suo calice.


Stilisticamente più vicina alle opere dal coevo soggetto, come La sortie du Bal (1872), Orgia e lavoro (1870), condivide anche l’aspetto giocoso del tema, rispetto all’atmosfera più cupa e dal tono moraleggiante dell’opera del 1864. Gli atteggiamenti dei protagonisti sono ben differenziati e anche laddove la pennellata diventa più materica e le tonalità giustapposte – come per le figure in maschera all’estrema destra prive di tratti fisiognomici che destano sensazioni di inquietudine – la caratterizzazione dei personaggi è resa intensamente. Emblematici risultano i volti dei due uomini a destra della figura con il cilindro: le espressioni richiamano le tipiche maschere teatrali di stampo classico greco e latino, della commedia e della tragedia, come a evidenziare l’ebbrezza della festa, che con Netti è sempre connotata da un imprevisto dal sapore amaro.



Nel complesso è possibile considerare La Carnevalata dei cocchieri, un’opera estremamente moderna e dal respiro internazionale, vicina agli esiti stilistici propri della futura pittura espressionista, e che possono ricordare le atmosfere ricreate da James Ensor.


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Francesco Netti